Aldo, unico maschio di sei figli, oltre a dare una mano al papà Antonio nei campi, era ferraio e muratore: lavori di fatica che lo hanno aiutato economicamente a sviluppare l’azienda fino a iniziare nel ’57 a comprare i primi campi nel cru della Costalta.
Nel ’64 si sposa con Bianca Dal Bosco, nata a Brognoligo da una famiglia di commercianti di vino. Veniva chiamata “la tedesca”, bella ed accorta, gestiva con la madre l’osteria di famiglia. Lei ha portato lo spirito imprenditoriale necessario per crescere impegnandosi a tempo pieno nell’attività agricola e spronando Aldo ad acquistare nuovi appezzamenti fino ad arrivare ai 13 ettari di oggi.
Aldo non si è limitato a comperare, ma ha selezionato le zone. Tutti vigneti in collina, sicuramente più faticosi da lavorare, ma di certo più vocati, da dove viene il “vin bon”, “el vin da monte”.
Anche lui come il padre, si costruisce la sua cantina, e la sua azienda “Magnavacche” proprio nell’omonima zona. Le attrezzature sono più innovative e la capacità della cantina cresce. Produce vino sfuso, che allora si vendeva ai privati e si portava con le damigiane alle osterie, fin alla “bassa veronese” e nella vicina Lombardia.
Solo dopo pochi anni il vino viene apprezzato anche dai grandi imbottigliatori della provincia che lo selezionano per la produzione del loro Soave.