Un giorno, in un tempo lontano, l’umanità visse un periodo strano.
Uomini, donne e bambini, non poterono più uscire: un male girava per le strade, un male terribile che toglieva il respiro.
L’unico modo per evitarlo era stare nelle proprie case ad aspettare che passasse, i medici negli ospedali, i corrieri a consegnare la spesa, gli agricoltori a seguire la stagione.
La natura non si era fermata: erano giornate belle, piene di sole e di vento, pieno di calore e di fiori.
Le vigne piangevano, in attesa di fiorire. I fiori cominciavano a riempire i filari, in attesa di api e insetti. Il sole scaldava la terra. La primavera dilagava tra le colline, le pianure, le montagne, sui balconi delle case, sulle spiagge, negli animi delle persone.
La primavera dilagava in quel paese che si chiamava Italia. Arrivava a togliere un po’ di paura, a dare speranza al futuro.
Dilagava in Europa. Dilagava nel mondo.
Uomini, donne e bambini, la osservavano da dentro le loro case. Nell’attesa di uscire, presto, e correre tra quei prati, camminare su quelle colline, arrampicarsi su quelle montagne, bere un bicchiere di vino con gli amici, prendere il sole sulle spiagge.
La primavera arriva e, ogni anno, porta tutto questo nei cuori. E continuerà a farlo.
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Ph. Il vigneto di Costalta. 17 Marzo 2020