Conoscete la storia del Soave Classico? Abbiamo cercato di riassumerla per voi…
E’ possibile fare risalire la presenza della vite nel nostro territorio almeno a 40 milioni di anni fa. Le testimonianze fossili che si trovano nel museo di Bolca, indicano la famiglia delle Ampelidee come la generatrice delle viti selvatiche europee. In Era Terziaria la Valle dell’Alpone, odierno sito dei vigneti, era completamente ricoperta d’acqua tranne un atollo dal clima tropicale. Qui sarebbe nata la vite, anche se è più probabile che le varietà fondamentali siano giunte dall’Oriente, come è accaduto alla gran parte dei vigneti europei. Per gli studiosi più affidabili, la nascita di ceppi storici come la Garganega è da attribuire alla contaminazione tra le uve Retiche, originate dalle Ampelidee, e i vitigni giunti dal bacino del Mediterraneo.
Cassiodoro riassume ciò che prima dell’anno Mille pensavano i più importanti esperti di vino: nelle sue epistole si raccomanda di non far mancare mai alla mensa reale vini veronesi da uve bianche
“soavissimi e corposi” capaci di esprimere “chiara purità, gioviale candidezza e soavità incredibile”
Nel 1500 la zona diventa un interessante laboratorio produttivo. A Soave si parla di viticoltura “a palo secco” così da staccare le piante dagli alberi ai quali erano sovente ancora maritate, si afferma la pergola con una gestione più intelligente, e si diffonde anche la coltura a viti basse.
Nel 1800 cominciano a differenziarsi le produzioni di qualità e quelle più quantitative, si parla del taglio fra il Trebbiano di Soave e la Garganega come migliore combinazione qualitativa, si cerca di capire quali vigneti siano i più vocati.